Sulle Tracce del Futurismo
Film-documentario prodotto dall’Assessorato alla Cultura di Roma in occasione delle celebrazioni del Centenario del futurismo (1909-2009)
Da un’idea e un progetto di Marco Rossi Lecce
Girato in video-tape bianco e nero, mezzo pollice, nel lontano 1979, il video propone interviste esclusive a personaggi e testimoni, ormai tutti scomparsi, del movimento futurista: unica grande avanguardia artistica del ’900 italiano, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, di cui ricorre quest’anno il centenario, stabilito a partire dal primo Manifesto Futurista redatto da Filippo Tommaso Marinetti nel 1909 a Milano e pubblicato sul giornale francese Le Figaro.
L’idea del video nasce alla fine degli anni settanta, in seguito alle ricerche compiute da Marco Rossi Lecce, in collaborazione con Enrico Crispolti, per ricostruire le vicende del pittore Carlo Erba e la storia dell’ottavo plotone del famoso Battaglione Volontari Ciclisti e Automobilisti lombardo (VCA), dove, nel 1915, erano partiti volontari per la guerra i futuristi milanesi: Marinetti, Umberto Boccioni, Mario Sironi, Antonio Sant’Elia, Luigi Russolo, Carlo Erba e Ugo Piatti. Li accompagnavano il pittore Anselmo Bucci, il critico e pubblicista Mario Buggelli e altri intellettuali.
Dopo l’intervista a Gino Francioli, probabilmente unico ex-VCA ancora vivo all’epoca, il progetto si è ampliato ad altri temi e aspetti del futurismo, andando alla ricerca di personaggi che potevano dare un contributo originale alla ricostruzione degli eventi e dello spirito del tempo. Nascono così l’intervista allo scultore Marco Bisi, figlio della pittrice Adriana Bisi Fabbri, cugina di Umberto Boccioni: testimone della distruzione, nel 1927, di tutte le sculture in gesso di Boccioni e del miracoloso recupero di Sviluppo di una bottiglia nello spazio del 1912; l’incontro con l’aeropittore Tullio Crali che, interprete d’eccezione delle poesie onomatopeiche di Marinetti, si esibisce nella declamazione di: La Battaglia di Adrianopoli; il racconto puntuale e partecipe di Giuseppe Sprovieri, pubblicista e critico d’arte nonché direttore della Galleria futurista attiva tra il 1913 e il 1914 a Roma e Napoli. Infine, la testimonianza della danzatrice e coreografa Giannina Censi, interprete ideale negli anni Trenta del Manifesto della Danza Futurista scritto da Martinetti nel 1917 e dei quadri di Enrico Prampolini, che alla fine degli Settanta è stata una figura nodale per la ricostruzione filologica delle danze futuriste compiuta da Silvana Barbarini.
Terminate queste riprese a Milano, Roma e Savona, dopo il 1980 il progetto fu abbandonato, ma non per questo dimenticato dal suo ideatore, Marco Rossi Lecce. Il video è stato, infatti, oggi recuperato e restaurato da Interact su commissione dell’Archivio Carlo Erba di Roma, curato da Marco Rossi Lecce e Francesca Franco, grazie alle preziose ricerche compiute dal cineasta Alberto Grifi sui metodi di restauro dei video-tape: pellicole che hanno segnato il momento più sperimentale della storia del video tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni ottanta. Per il passare del tempo e per problemi di natura tecnica molti brani del girato originario si sono persi irrimediabilmente, ma i contributi più importanti sono salvi e costituiscono un materiale importante per approfondire aspetti meno noti o finora poco studiati della storia del futurismo, raccontati direttamente da coloro ne furono interpreti e testimoni oculari. Naturalmente i personaggi intervistati nel 1979-80 sono tutti scomparsi, ma nel 2008 è nata l’idea di partire da quell’avventura giovanile, per realizzare un vero e proprio film-documentario, integrando le 5 ore mezza nuovamente fruibili del girato originario con riprese nuove a colori, materiali d’archivio raccolti negli anni, nuovi contributi filmati con interviste a: Marco Rossi Lecce, Enrico Crispolti, Luigi Sansone e Silvana Barbarini.
Siamo Sulle tracce del futurismo.
Sulle tracce del futurismo
video-tape mezzo pollice riversato in dvd, Betacam colore e b/n, sonoro.
– durata: 1 h. 7 m 30 s.
– da un’idea di Marco ROSSI LECCE
– in collaborazione con Enrico CRISPOLTI
– regia Maurizio CARRASSI, Fabio SOLIMINI
– trattamento testi, ricerche storiche e iconografiche Francesca FRANCO
– musiche originali Alessandro RUSSO
– grafica Silvia TORRI
Materiale inedito
Le ore inedite sono circa cinque. Sempre girate fra il 1979-80, in video-tape 8 mm. mezzo pollice in bianco e nero. Restaurate nel 2008 e riversate in betacam e poi in cd. La qualità sia delle immagini sia del sonoro sono abbastanza buone ma, volendo, con ulteriori trattamenti si possono migliorare.
1) Intervista a Marco Bisi, a Milano nel suo studio (1979). Bisi era uno scultore, figlio di Giannetto Bisi, editore, pubblicista e fotografo e di Adriana Bisi Fabbri, pittrice e cugina ed ex amante di Umberto Boccioni.
L’intera intervista è molto più lunga di quella che si vede nel video e tocca vari argomenti:
- la distruzione delle sculture di gesso di Boccioni, che è quella che si vede nel video. Naturalmente il girato originale è molto più lungo e con molti particolari importanti e interessanti che per necessità sono stati tagliati.
- un altro argomento, completamente inedito, è su Giannetto Bisi, che morì giovane in un incidente aereo. Giannetto era un bravissimo fotografo, legato al gruppo dei futuristi e un pioniere della fotodinamica. Nel filmato, il figlio Marco racconta dei rapporti del padre con Anton Giulio Bragaglia e Boccioni. Le foto delle sculture di gesso successivamente distrutte sono per lo più fatte da Giannetto. Si affronta la questione delle fotografie oggi attribuite a Boccioni e la problematico collaborazione tra Giannetto e Boccioni nella sperimentazione fotografica.
2) Intervista a Marco Bisi presso il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano (1979), durante l’inaugurazione del nuovo spazio espositivo che ospita una ricostruzione, curata da Renato Birolli, della mostra storica del gruppo Nuove Tendenze del 1914.
– Carrellata delle opere esposte, ma la sequenza è piuttosto mossa e senza sonoro.
– Nel padiglione centrale intervisto Bisi accanto ai dipinti della madre Adriana Bisi Fabbri. La pittrice faceva parte del gruppo Nuove Tendenze insieme a Giulio Ulisse Arata, Decio Buffoni, Mario Chiattone, Leonardo Dudreville, Carlo Erba, Achille Funi, Gustavo Macchi, Ugo Nebbia, Giovanni Possamai, Antonio Sant’Elia. Bisi parla della mostra, della madre e di se stesso come scultore.
– All’esterno del PAC, un’altra breve intervista a Bisi sull’architettura e di nuovo sulla fotografia..
3) Lunga intervista di Enrico Crispolti a Tullio Crali nel suo studio a Milano sull’areopittura (1979). La maggior parte delle riprese sono inedite. Inedita è anche l’intera sequenza di una poesia di Marinetti, La morte della mula del 1938, declamata da Crali (nota importante: insieme all’altra poesia di Marinetti, Zang Tumb Tumb o La battaglia di Adrianopoli del 1912, interamente edita nel video, queste due rappresentazioni sono, almeno a oggi, le uniche interpretate da un protagonista del futurismo documentate in video al mondo, perché tutte lealtre testimonianze note sono solo sonore). Crali parla delle motivazioni che lo hanno spinto ad aderire al Futurismo, del secondo futurismo in generale e in Friuli Venezia Giulia in particolare, illustra alcune sue opere esposte nello studio.
4) Intervista a Tullio Crali in una galleria di Milano che ospita una sua mostra personale (1979). C’è una lunga ripresa dell’artista mentre illustra una per una le sue opere più recenti del ciclo Sassintesi. L’artista spiega la naturale evoluzione della propria poetica dal futurismo all’idealismo cosmico e al polimaterismo.
5) Breve intervista a Giannina Censi sull’areodanza, nel suo studio laboratorio di Savona (1979). La Censi, ispirandosi al famoso Manifesto della danza futurista pubblicato da Marinetti nel 1917, è la prima nel 1930 ad interpretare danzando le poesie onomatopeiche futurista ed è sempre la prima ad interpretare con in movimenti di danza dipinti di Enrico Prampolini. Nell’intervista la danzatrice racconta le sue sperimentazioni. Una sua allieva, Silvana Barbarini, interpreta con la danza la voce originale di Marinetti che declama L’aeropoema del golfo della Spezia. La stessa Barbarini, insieme a un’altra allieva della Censi, interpretano in danza Zang Tumb Tumb, anche questa è una sequenza inedita.
6) Lunga intervista all’ultranovantenne Gino Francioli nella sua casa di Milano (1979) probabilmente ultimo reduce del famoso Battaglione Volontari Lombardi Ciclisti Automobilisti, racconta delle gesta e del primo scontro a fuoco con il nemico, insieme ai suoi amici e commilitoni, Boccioni, Marinetti, Erba, Sant’Elia, Sironi, Bucci, Russolo, a Doso Casina nel 1915. L’intervista è molto più lunga di quella che si vede nel video, piena di particolari interessanti e inediti.
7) Lunga intervista a Giuseppe Sprovieri, nella sua abitazione a Roma (1980). Una lunga parte è inedita. Sprovieri racconta le manifestazioni interventiste, parla a lungo delle mostre organizzate nelle due Gallerie Futuriste da lui aperte, fra il 1913 e il 1914, a Roma in via del Tritone e a Napoli. Racconta le attività, i rapporti con il pubblico, gli ideali che informavano e descrive le mostre e delle idee che lo hanno guidato nelle attività serate futuriste varie rappresentazioni teatrali e musicali, da Piedigrotta di Cangiullo alle performance dei futuristi, all’interesse di Stravinskj per le sperimentazioni musicali di Russolo.
Ecco, questa è una sintesi dei contenuti delle ore inedite. Ci tengo a sottolineare che il documentario contiene dei veri e propri scoop, come la vera storia della distruzione delle sculture di Bocconi, che è importantissima e riempie finalmente un vuoto storiografico sul Futurismo. Il documentario dà inoltre voce a una figura fondamentale, ormai dimenticata dai più, di quelle vicende. Parlo del critico Giuseppe Sprovieri. È lui, insieme a Marinetti, a fare del Futurismo un’avanguardia internazionale. Anzi, varrebbe la pena approfondire gli studi sul suo lavoro e la sua collezione di opere e di documenti.
Nel 1979, quando pensai di girare il video, c’erano ancora tanti futuristi vivi, ma nessuno mi diede i soldi per proseguire il lavoro e il mio progetto finì lì. Un peccato enorme, pensate che valore storico ed economico avrebbe oggi una documentazione del genere. Nell’arco di pochi anni morirono tutti gli ultimi futuristi o testimoni di quello che era avvenuto dal 1909 al 1945.
Quando nel 1979 smisi di fare le interviste, contavo su circa 12-16 ore di girato. Per anni tentai di convincere persone del settore ad aiutarmi, nulla. Il risultato fu che i nastri rimasero per circa trent’anni nel cassetto, rovinandosi. Nel 2008, quando feci fare il restauro, mi accorsi che il tempo e il disinteresse avevano cancellato circa dieci ore.
Vorrei che oggi questo materiale prezioso venga acquisito seriamente da qualche istituzione e tenuto per sempre con gran cura, e possibilmente utilizzato per farlo conoscere e divulgarlo.
Marco Rossi Lecce